Oggi pomeriggio sono proseguiti i lavori della Consulta per la riforma dello Statuto
AUDIZIONE DELLA COMMISSIONE DEI 12 E REFERENTI DELLA SOCIETA’ CIVILE
Oggi pomeriggio sono proseguiti i lavori della Consulta con l’audizione della Commissione dei 12 e della società civile organizzata che ne hanno fatto richiesta. Per la Commissione dei 12 erano presenti Lorenzo Dellai, Roberto Bizzo, Alberto Pacher, Francesco Palermo, Franca Penasa, Gianfranco Zanon che hanno espresso punti di vista e diverse sensibilità. “Vorrei sottolineare che la rivisitazione dell’assetto istituzionale della Regione è una cosa importante – ha detto Lorenzo Dellai - e va sviluppata con fantasia istituzionale. Se i padri dell’autonomia sono stati capaci di immaginare un assetto inedito per l’epoca, forse tutti insieme possiamo inventare qualcosa di nuovo per la Regione, che non sia la semplice somma delle due province. Nel documento della Consulta c’è un riferimento alle norme di attuazione – che considero centrali - e su questo vorrei fare alcune osservazioni oggi. Nella riscrittura dello Statuto è importante che si possa ridefinire il profilo delle norme di attuazione e dunque il ruolo della Commissione dei 12. Ritengo che la natura pattizia dell’autonomia - che si esprime sia nella composizione paritetica della commissione tra Stato e Autonomia sia nello strumento peculiare della norma di attuazione - debba essere considerata in futuro come dimensione ordinaria dei rapporti tra le autonomie e lo Stato. C’è un rischio di erosione delle competenze autonome dovuta al riconoscimento allo Stato di competenze trasversali in ragione della loro complessità e della necessità di coordinamento. Le norme di attuazione possono essere lo strumento attraverso il quale l’autonomia negozia e concorda con lo Stato forme e intensità dell’attuazione delle competenze trasversali. Sono perplesso invece sull’opportunità, prospettata dalla Consulta, di coinvolgere le assemblee legislative sulle norme di attuazione in quanto tali norme sono il risultato di una negoziazione tra esecutivi che rappresentano Stato e Provincia”. Roberto Bizzo ha osservato che “sciogliere o superare l’esperienza regionale significherebbe precipitare i territori residuanti nel cono d’ombra a nord, dell’Austria, a sud, dell’Italia. Sarebbe la fine delle nostre specialità, il cui valore risulterebbe estremamente ridotto. Dovremmo presentarci al Parlamento con la massima compattezza e con una proposta forte di co-governo del paese; immagino un futuro in cui il nostro esempio possa essere da traino per altri”. Alberto Pacher, nel ringraziare la Consulta per il lavoro fatto, ha osservato che oggi “abbiamo l’opportunità di uno sguardo binoculare: da un lato abbiamo l’impalcatura di carattere istituzionale, pattizia, dei rapporti tra Stato, Regione e Province, evidenziata nel documento della Consulta, dall’altro la percezione della gente rispetto all’autonomia. è fondamentale approfittare di questa occasione per pensare cosa significa essere una comunità autonoma, più che vivere in una Provincia autonoma”. Francesco Palermo ha posto l’attenzione sulle modalità di lavoro della Commissione dei 12, tra dialettica interna e costruzione di relazioni con le burocrazie ministeriali. “Le commissioni paritetiche lavorano in una logica pattizia; snaturarle della loro natura tecnocratica, più che democratica, creerebbe problemi di funzionamento. Il problema potenziale della Commissione dei 12 è che il suo funzionamento dipende dalla qualità del clima politico. Perché funzioni bene anche in assenza di condizioni politiche favorevoli occorrerebbe forse introdurre delle procedure certe per le modalità di lavoro”. Sulla Regione, Palermo ha osservato che prevale una logica rivendicativa sia a Bolzano che a Trento, occorrerebbe invece trasformarla in una logica costruttiva. “Trento e Bolzano sono d’accordo su un punto: che la Regione non possa essere un ente decisionale ma un ente di (auto)coordinamento delle due Province. A partire da questo punto di convergenza, superate le rispettive rivendicazioni, si potrà trovare un accordo lavorando su criteri di cooperazione tra le due”. Sono poi intervenuti Franca Penasa e Gianfranco Zanon confermando il nodo centrale della Regione. Nella discussione sono poi intervenuti il presidente Falcon, Carlo Borzaga, Paolo Pombeni, Luca Nogler, Matteo Cosulich, Jens Woelk, Giuseppe Detomas, Donata Borgonovo Re e Walter Viola. La seduta della Consulta è poi proseguita con l’audizione della società civile, con gli interventi dei referenti dell’associazione Rezia, Union di Ladins de Fascia, ASTAA - Associazione degli Scrittori del Trentino Alto Adige, Circolo culturale “Michael Gaismayr”, Scuola di Preparazione Sociale di Trento. In chiusura Jens Woelk ha ricordato i prossimi appuntamenti dedicati alla partecipazione alla riforma dello Statuto: all’interno del percorso Sentinelle di Pietra, promosso dalla Fondazione Museo Storico, sui forti trentini sono previste alcuni appuntamenti a luglio/agosto e, a metà settembre, un laboratorio sull’Autonomia. La prossima seduta della Consulta sarà ai primi di ottobre dopo la chiusura della fase partecipativa, per affrontare la terza fase in cui verrà elaborato il documento conclusivo.