Lunedì, 28 Novembre 2016

Ambiti e competenze di autonomia in relazione alle decisioni statali ed europee

Nella riunione di oggi, lunedì 28 novembre, la Consulta ha proseguito l'esame dei temi fondamentali della riforma dello Statuto. Lo ha fatto discutendo di "ambiti e competenze di autonomia alla partecipazione delle decisioni statati ed europee", con il contributo delle relazioni di Giandomenico Falcon (Modalità di definizione delle competenze legislative autonome rispetto al potere legislativo statale), Matteo Cosulich (La partecipazione della Regione e delle Province autonome al procedimento di atti statali), Jens Woelk (Integrazione europea e autonomia della Riforma statutaria) e Carlo Borzaga (Prima proposta sulle competenze della Regione Trentino Alto Adige/Sudtirol). La riflessione del presidente Falcon ha inquadrato lo schema sotteso alle varie modifiche del Titolo V della Costituzione evidenziandone i cambiamenti rispetto al testo originale, sottolineando gli elementi di continuità (carattere prevalentemente amministrativo della legislazione regionale e delle Province autonome) e di discontinuità, nelle diverse modalità del rapporto tra legislazione statale e autonoma. Ha inoltre analizzato il modo in cui le proposte già in campo – il documento dei "saggi" designati dalle due Province, la proposta Carli-Postal-Toniatti e il ddl costituzionale 2220/2016 – hanno affrontato il problema di aggiornare lo Statuto speciale tenendo conto delle competenze statali. Ha infine proposto alcuni spunti sul modo di salvaguardare l'autonomia nei diversi scenari che si prospettano per il dopo referendum. Carlo Borzaga ha poi proposto una sintesi con riferimento al ruolo e alle competenze della Regione. "Si tratta di una primissima ipotesi che parte da quattro principi. Il primo riguarda la convinzione di questa Consulta sulla necessità di arrivare ad un equilibrio della Regione come comunità politica e soggetto di coordinamento tra le due Province. Il secondo: lo Statuto dovrebbe ispirarsi al principio di sussidiarietà, sia verticale che orizzontale, tenendo conto dell'efficienza gestionale. Il terzo: occorre tenere conto dell'opportunità di considerare anche materie o funzioni non rilevanti nell'approvazione dello Statuto. Infine il quarto, per cui alla Regione dovrebbero essere affidate competenze ordinamentali, altre di livello strategico e infine di coordinamento". A seguire sono state illustrate alcune competenze in capo alla Regione: alcune da confermare, altre da ripensare, ampliare (rispetto a quelle riferite alle Province) e/o introdurre ex-novo. Matteo Cosulich ha quindi inquadrato il tema della partecipazione della Regione e delle Province autonome al procedimento di formazione degli atti statali. "Questo argomento potrebbe sembrare distante dalla vita della comunità, per la sua tecnicalità, in realtà è molto importante per l'impatto immediato che produce". Le questioni poste all'interesse dei componenti della Consulta hanno poi riguardato l'uso massiccio delle norme di attuazione - tanto da svolgere un ruolo rilevante nella definizione degli ambiti di autonomia regionale e provinciale –, e, tra gli altri, l'ipotesi di prevedere nello Statuto indirizzi consiliari diretti al Presidente della Regione e della Provincia autonoma. Jens Woelk ha quindi spiegato il senso della sua relazione che prevede di integrare lo Statuto di autonomia con dei richiami alla legislazione europea e l'eventuale possibilità di influenzare a monte, rispetto ai territori autonomi, il processo decisionale europeo. La discussione ha visto gli interventi, tra gli altri, dei componenti Luca Nogler, Paolo Pombeni, Mario Tonina, Walter Viola, Martina Loss. A partire dal generale apprezzamento per le quattro relazioni presentate oggi, i componenti si sono confrontati sul ruolo della Regione, sulle competenze specifiche in capo ad essa, su eventuali principi da introdurre nello Statuto, tra cui un richiamo alla democrazia partecipativa. Per quanto riguarda il ruolo della Regione, Paolo Pombeni ha proposto, tra l'altro, di pensare anche a "strutture di arbitrato a cui i cittadini possano rivolgersi senza bisogno di formalismi giuridici. Sarebbe un ottimo servizio che la Regione potrebbe fare per i suoi cittadini". In chiusura si è discusso sulla modalità più opportuna per procedere alla stesura del documento preliminare posto a base del percorso partecipativo che sarà aperto alla discussione pubblica nel 2017.


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