Mercoledì, 19 Luglio 2017

Al Centro Congressi di Lavarone, ultimo incontro sui territori per la riforma dello Statuto

BARATTER, “IL SUCCESSO DEL MODELLO AUTONOMISTICO È LEGATO ALLA COLLABORAZIONE E SINERGIA CHE TRENTO E BOLZANO RIUSCIRANNO AD ESPRIMERE”

A Lavarone, ieri sera, alcuni cittadini e amministratori locali hanno partecipato all’ultimo incontro organizzato dalla Consulta sui territori per presentare il documento preliminare e promuovere la partecipazione sulla riforma dello Statuto. All’incontro, moderato da Andrea Piccioni,  sono stati presentati gli strumenti di partecipazione disponibili – ioPartecipo e ioRacconto - sul sito www.riformastatuto.tn.it.

Lorenzo Baratter, componente della Consulta, ha illustrato i lavori in preparazione del documento preliminare e le fasi che ne caratterizzano il percorso. “Il lavoro fatto dalla Consulta è coraggioso e opera in autonomia rispetto alle dinamiche della politica. Sul tema dei comuni, per esempio, il dibattito all’interno della Consulta ha messo in luce la necessità di riconoscere maggiore protagonismo agli enti locali. Su questo, come su altri temi proposti, è opportuno che ci sia un’ulteriore riflessione da parte degli amministratori locali, in modo che la Consulta possa aggiungere elementi, anche innovativi, nel documento conclusivo. Chiunque può, attraverso i canali messi a disposizione per la partecipazione, fare le proprie proposte e considerazioni che saranno valutate dalla Consulta a partire da ottobre”. Sulla Regione Baratter ha osservato che ci sono punti di vista diversi. “C’è chi ritiene che la Regione debba superare il ruolo ammnistrativo e burocratica attuale, e debba avere un ruolo più politico, capace di creare sinergie tra Trento e Bolzano con logiche nuove rispetto alle attuali. L’idea è di passare da un modello basato sulle competenze a un modello di co-gestione di politiche, su temi cruciali come i trasporti, l’ambiente, la cultura e la scuola. Personalmente ritengo che il successo del modello autonomistico sia legato alla collaborazione e sinergia che Trento e Bolzano riusciranno ad esprimere, creando quella “regione delle persone” che di fatto non esiste poiché le popolazioni dei due territori hanno vita sociale, culturale e professionale separate. A Bolzano, il percorso della Convenzione ha fatto sì che una minoranza - presidiando i contesti di partecipazione e discussione, in modo legittimo – abbia fatto emergere con forza il tema dell’autodeterminazione e l’idea di un superamento della Regione, mettendo in discussione  anche l’unicità dello Statuto regionale. Questa visione, a mio avviso, è pericolosa perché va a smantellare l’ente regionale che ha titolarità difronte allo Stato. C’è poi chi ritiene che le competenze attuali della Regione non vadano toccate, ma è evidente che la Regione com’è oggi fatica ad avere una prospettiva politica”.

 

La parola, quindi, è passata al pubblico in sala. Nicoletta Carbonari, presidente della Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri, facendo riferimento alla sezione V del documento ha osservato che, in merito alle risorse dell’Unione Europea a cui le comunità locali attingono per mettere in campo progettualità innovative, dovendo fare riferimento alle procedure e normative statali spesso il sistema penalizza la capacità locale di operare al meglio. Ci sono delle cose che noi facciamo bene, come territori; mi chiedo se non possiamo, come Provincia autonoma, trovare delle formule diverse e più incisive per usare le risorse europee con meno burocrazia”. Luca Nicolussi Paolaz, sindaco di Luserna, è intervenuto dicendo che “l’autonomia ha bisogno dei comuni. I comuni sono l’organizzazione primaria, li dobbiamo difendere e mantenere. Questa riorganizzazione istituzionale, iniziata nel 2006, di cui vediamo gli effetti in questi anni, vede i comuni in una fase delicata e critica. I comuni devono essere ben presenti nei fondamenti dell’autonomia come linfa e presupposto di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica”. Isacco Corradi, sindaco di Lavarone, ha osservato che “come giovane sindaco è difficilissimo parlare ai giovani di autonomia e identità in questo momento. Arrivare a una riforma dello Statuto senza che la popolazione, specie i giovani, sia capace di capire l’importanza dell’autonomia significa che stiamo fallendo sul piano politico”. Walter Forrer, sindaco di Folgaria, osserva che “nel documento preliminare si parla di riconoscimento delle forme storiche dei beni collettivi. La gestione dei beni collettivi riguarda la nostra identità, ci manca invece l’idea di far parte di un gruppo più ampio. Questo lo viviamo anche all’interno della nostra piccola comunità: siamo tre comuni che, forzatamente, sono andati a gestione associata senza esserne pronti. Lo sforzo che dovremmo fare è quello di cercare di riportare questa ricerca di identità a livello comunale, di comunità locale, fino a livello provinciale e poi regionale”. Alberto Rella, ex consigliere regionale, ha posto il tema dell’euroregione che a suo avviso andrebbe rafforzata. “È necessario che resti in capo alla Regione la rappresentanza complessiva del territorio, guai a noi se dovessimo indebolire la funzione della Regione. Ritengo fondamentale che si riportino alla Regione alcune funzioni, compresa quella di promuovere la cultura dell’autonomia. Inoltre, è importante che si affidi alla Commissione dei 12 qualunque modifica statutaria normativa, complessiva e particolare altrimenti la resistenza parlamentare nei confronti delle nostre iniziative potrebbe essere micidiale”. È poi intervenuto, tra gli altri, Alberto Baldessari, consigliere di Folgaria e responsabile del “Comitato Torniamo in Trentino” di Pedemonte, avanzando preoccupazione per il futuro dell’autonomia in merito alla divergenza di posizioni tra Trento e Bolzano. “Si è parlato di autodeterminazione interna ed esterna. Su questo punto si potrebbe trovare una convergenza, chiamandola autonomia integrale. L’altra questione riguarda il ritorno dei comuni esclusi dal Trentino in epoca fascista, rispetto ai quali è stata votata una mozione dei comuni di Folgaria, Luserna, Caldonazzo e Lavarone”. In chiusura Jens Woelk, vicepresidente della Consulta, e Lorenzo Baratter hanno risposto alle molte domande e osservazioni delle persone in sala.


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