Con la relazione di Matteo Cosulich la Consulta ha proseguito oggi i suoi lavori
FUNZIONE, RAPPORTI, ORGANIZZAZIONE DELLA REGIONE E PROVINCE
Nella seduta di oggi pomeriggio il presidente Giandomenico Falcon ha illustrato l’organizzazione dei lavori per le prossime sedute, in cui verranno discussi tutti gli ambiti tematici tenendo conto dei contributi della partecipazione. Per introdurre il tema – ‘Figura istituzionale, ruolo, organizzazione e competenze della Regione. Rapporti con le Province autonome’ -, Matteo Cosulich ha presentato alcune riflessioni sul modello tripolare dell’autonomia, sulle funzioni da attribuire alla Regione e sugli organismi regionali.
“Sul primo punto, non è mai emerso – ha detto Matteo Cosulich – nelle discussioni della Consulta un orientamento favorevole al superamento della Regione e i risultati del processo partecipativo confortano questa prospettiva. Sulla questione nominalistica la Consulta è partita dalle denominazioni costituzionali, pur nella consapevolezza del dibattito sviluppatosi su questo tema”. Sulle funzioni da attribuire alla Regione il prof. Cosulich ne riconosce la configurazione di modello istituzionale “leggero”. Anche su questo punto i contributi ricevuti nella fase partecipativa vanno nella stessa direzione. In particolare, su 34 opinioni relative alle “funzioni regionali”, soltanto una, propone di superare l’idea di Regione. Matteo Cosulich ha proposto quindi uno “schema tripartito che muove dalle competenze legislative, nell’ottica di ridefinirle valutando: quando è opportuno differenziare la disciplina fra le due Province autonome, al punto da non richiedere (più) un comune quadro regionale di riferimento (ad esempio in varie discipline di settore, come quella sanitaria, salvo il coordinamento per le alte specialità); quando invece le funzioni legislative provinciali paiono dover dettagliare principi comuni, dettati a livello ordinamentale regionale (in ipotesi, con riferimento agli enti locali); quando infine è opportuno che la legislazione sia regionale in quanto il suo ambito di disciplina (un esempio è la tutela dei ladini) si estende piuttosto uniformemente alla Regione”. Nel suo intervento ha poi proposto di individuare alcuni ambiti nei quali ci possa essere una competenza regionale eventuale, qualora le due province fossero concordi. Infine è stato affrontato il tema della composizione degli organi regionali: numero dei componenti, modalità di elezione, votazione per testa o per provincia.
Molti gli interventi, tra cui Luca Nogler, Giuseppe Detomas, Rodolfo Borga, Arrigo Dalfovo, Paolo Pombeni, Martina Loss, Lucia Maestri, Anna Simonati, Jens Woelk, Barbara Poggio, Fabio Pizzi, Paride Gianmoena, Maurizio Fugatti, Adalberto Mosaner, Marcello Poli. Tra i temi posti alla discussione quello dell’identità regionale, il ruolo ponte della Regione nei rapporti transfrontalieri, il riferimento alla tutela dei diritti, la missione di cerniera tra nord e sud, oltre ad un dibattito sulle funzioni da attribuire alla Regione. Su questo punto, Giandomenico Falcon ha invitato a considerare due pilastri: da un lato ciò che merita di essere regolato a livello regionale (previdenza complementare, libro fondiario), dall’altro le materie per cui la Regione è una risorsa in più e ci sono cose che possono essere fatte meglio, di comune accordo, a livello superiore. In questo senso ci potrebbero anche essere competenze condivise. Nella discussione sono intervenuti anche Violetta Plotegher, come assessora regionale, che ha sostenuto “l’importanza della Regione come istituzione riconosciuta e riconoscibile con competenze proprie” e Bruno Dorigatti che ha richiamato l’interesse a un rafforzamento del contesto trentino a livello europeo.