Lunedì, 14 Novembre 2016

I COMUNI NEL FUTURO STATUTO DI AUTONOMIA

Oggi pomeriggio, lunedì 14 novembre, si è riunita per la quinta volta la Consulta per la Riforma dello Statuto. Il Presidente Giandomenico Falcon ha aperto i lavori facendo il punto sui contributi pervenuti, in particolare la nota introduttiva di Paride Gianmoena. Esponendo ai presenti la sua relazione il presidente del Consiglio della Autonomie Locali ha sottolineato quanto sarebbe importante, fra l'altro, che nel prossimo Statuto di Autonomia ci fosse un esplicito riconoscimento dei Comuni quali enti originari delle comunità storiche insediate sul territorio. La discussione ha visto gli interventi dei componenti: Borga, Chiariello, Pombeni, Detomas, Nogler, Maestri, Poli, Loss, Ricci, Simonati, Mosaner, Borgonovo, Borzaga, Dalfovo, Viola, Fugatti. Uno dei temi di maggior rilievo, indicato da più parti, è quello riguardante il ruolo che lo statuto debba riconoscere ai Comuni. Da una prima questione - se sia importante indicare la funzione amministrativa piuttosto che quella politica/istituzionale - è nato un confronto fra vari componenti, preceduto da una considerazione del presidente Falcon che ha posto l'attenzione sul fatto che la "comunità nazionale è una comunità di cittadini ma anche una comunità di comunità". "La domanda a cui la Consulta dovrebbe rispondere è - ha detto il presidente - se anche al livello provinciale e regionale possa essere significativo affiancare nello stesso procedimento legislativo alla rappresentanza dei cittadini una rappresentanza dei Comuni". Fra gli altri, l'assemblea ha registrato l'intervento di Paolo Pombeni che ha evidenziato come: "la questione fondamentale per evitare di avere due livelli che possono entrare in contraddizione è far sì che le comunità rappresentino davvero i territori e non siano repliche surrettizie della rappresentanza politica". Pombeni ha posto l'attenzione anche sull'importanza di esprimere in articolato le proposte della relazione di Paride Gianmoena, per poterle valutare con precisione e tenendo conto che quanto scritto nel documento finale sarà alla fine sottoposto al Parlamento italiano. La discussione è stata animata da interventi che hanno evidenziato varie opinioni, mettendo l'accento sui diversi aspetti - ruoli e funzioni - dei Comuni quali "prima rappresentanza politica della comunità". Il presidente Falcon, facendo sintesi del dibattito, ha osservato che "sono emerse due tendenze: una che propone il processo decisionale più semplice possibile e l'altra riferita ad un processo decisionale che è bene sintetizzi a monte la pluralità di esigenze". All'ordine del giorno anche la definizione della bozza della Consulta per il piano della partecipazione, anticipato nella precedente seduta, su cui alcuni componenti hanno inviato contributi scritti (uno da parte dei consiglieri provinciali, l'altro di Martina Loss). La Consulta ha ritenuto di non porre limiti pregiudiziali alla partecipazione, ma di riservarsi una valutazione di pertinenza ai temi dello Statuto. La Consulta ha altresì convenuto di affidare ad una commissione lo sviluppo del piano per la partecipazione, anche mediante il confronto con gli interessati. La commissione sarà composta, oltre che dalla presidenza (con delega al vicepresidente prof. Woelk), da Anna Simonati, Barbara Poggio, Fabio Pizzi, Laura Ricci, Lucia Maestri, Martina Loss, Maurizio Fugatti, oltre al vicepresidente Jens Woelk, che coordinerà la commissione - restando inteso che le proposte formulate saranno poi valutate dalla Consulta. La prossima riunione riguarderà il tema "Ambiti e competenze di autonomia, partecipazione alle decisioni statali ed europee".


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