Giovedì, 04 Maggio 2017

Nella sede della Comunità di Valle, presentato il documento preliminare

IERI A PERGINE TERZO INCONTRO PUBBLICO PER LA RIFORMA DELLO STATUTO DI AUTONOMIA

"Dovremmo far capire alle persone che questa riforma non è solo per gli addetti ai lavori" ha detto Bruno Groff - vicepresidente della Comunità Alta Valsugana e Bersntol, sindaco di Frassilongo e presidente dell'Istituto Culturale Mocheno - aprendo l'incontro a Pergine ieri sera. Pochi i presenti in sala. Su proposta di Matteo Carlin, assessore di Caldonazzo, e dello stesso Bruno Groff, l'idea è di ripetere l'iniziativa qualora in Valsugana ci fosse interesse in tal senso. A moderare la serata Giovanna Siviero che ha accolto i presenti dando indicazioni sulle modalità di svolgimento dell'incontro. È stata presentata la piattaforma ioPartecipo - https://ioparteciporiformastatuto.tn.it -, uno strumento che permette a tutti di contribuire alla riforma dello Statuto con idee, proposte e osservazioni. "Da tempo si avverte l'esigenza di una riforma dello Statuto che dia conto di un cambiamento - sociale, economico, istituzionale - in modo da riportare lo Statuto alla sua dimensione vivente", ha detto Matteo Cosulich, componente della Consulta. "Se si volesse capire come funziona la nostra autonomia oggi, non sarebbe sufficiente leggere lo Statuto. Andrebbe visto insieme alla riforma costituzionale del 2001, alle norme di attuazione e alla giurisprudenza costituzionale. Con la riforma dello Statuto, da un lato ci sono esigenze, volontà, interessi delle comunità locali; dall'altro la riforma dev'essere accettabile per lo Stato, considerando la necessità di un ampio consenso a livello parlamentare per poter approvare la riforma. Per questo, vale la pena pensare che effetto fanno alcune modifiche allo Statuto fuori dai nostri confini regionali". Matteo Cosulich ha poi illustrato le linee portanti contenute nel documento preliminare elaborato dalla Consulta. Rispetto ai fondamenti dell'autonomia, in particolare, e quindi all'ipotesi di un preambolo, l'idea è di "dare un'anima allo Statuto, in modo che possa essere interessante anche per i non giuristi"; sulla Regione, l'orientamento della Consulta è che debba essere "leggera, ma non evanescente"; sulle minoranze linguistiche e, in particolare, le iper-minoranze (mocheni e cimbri) si potrebbero esprimere ulteriori forme di rappresentanza; il tema dei Comuni ha a che fare con la "valorizzazione dell'autonomia che viene dal basso"; rispetto agli ambiti e alle competenze, in particolare, sarebbe utile fare maggiore chiarezza in modo da ridurre lo sforzo ermeneutico per capire quali sono le competenze e fin dove si espandono. Emanuele Curzel, consigliere della Comunità Alta Valsugana e Bersntol, suggerisce che lo Statuto, con la riforma, sia "un testo breve, essenziale, funzionale, senza auspici né chiacchiere". La sua proposta è quindi: niente preambolo. "Lo Statuto deve avere come riferimento l'accordo Degasperi-Gruber del '48", suggerisce Curzel, quanto al termine "comunità" ne eviterebbe l'uso con valore istituzionale/pubblico poiché non appropriato. Per il consigliere provinciale Walter Kaswalder, nello Statuto andrebbe provocatoriamente inserito un riferimento all'autodeterminazione, come forma di salvaguardia nei confronti dello Stato. Su questo punto, Matteo Cosulich ha ricordato che la riforma dello Statuto deve passare attraverso un consenso parlamentare, pertanto ritiene inutile e pericoloso ragionare in questa direzione. Il presidente Bruno Dorigatti è intervenuto per ricordare che la riforma dello Statuto rappresenta una sfida per il Trentino, pertanto "va trovato un accordo del possibile in tempi brevi". Per Renzo Anderle, ex sindaco di Pergine ed ex consigliere provinciale , un preambolo è opportuno poiché "serve un riferimento alla storia e alla territorialità". Inoltre, "va trovato un nuovo ruolo per la Regione, come ente di coordinamento, poiché i problemi da affrontare in modo congiunto sono più d'uno. Acqua, energia, inquinamento, viabilità e trasporti sono temi che vanno trattati in ambito regionale, non per forza con un mandato legislativo". "Mi aspetto che la riforma dello Statuto – ha detto il cittadino Sbetti - crei le condizioni per un maggiore sviluppo, in modo che in Trentino si possa stare bene. Pertanto è utile ragionare insieme sui temi che possono essere migliorati". Matteo Carlin, assessore di Caldonazzo, ha auspicato un rafforzamento del ruolo dei comuni poiché "sono tante le norme provinciali che i comuni subiscono". Bruno Grisenti, vicesindaco di Baselga di Pinè, ha parlato di autodeterminazione e Euregio ritenendo di scarso interesse una riforma dello Statuto che va a riperimetrare le competenze. In chiusura, Matteo Cosulich ha ribadito che il compito della Consulta è di arrivare in fondo al processo di riforma dello Statuto e ha invitato i presenti a fare passaparola in modo che i cittadini partecipino con idee, proposte e riflessioni alla riforma.

Presenti all'incontro anche Carlo Borzaga, Martina Loss e Anna Simonati, componenti della Consulta.

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