Istituti di democrazia diretta e partecipativa, principi di amministrazione
Molti gli interventi e i temi che hanno impegnato la Consulta per la riforma dello Statuto nel pomeriggio di oggi, lunedì 9 gennaio. Si è discusso di aspetti istituzionali legati all'assetto della Regione e delle Province autonome, con interventi di Paolo Pombeni e Jens Woelk, di istituti di democrazia diretta e partecipativa, e di principi di amministrazione, con il contributo di Matteo Cosulich, Anna Simonati, Barbara Poggio. Nella sua relazione Paolo Pombeni si è soffermato sulla formazione del Consiglio regionale, proponendo di snellirne la composizione. L'ipotesi suggerita è che i due consigli provinciali possano nominare una parte dei loro membri, non tutti, riducendone il numero. "Alcuni componenti della Giunta potrebbero poi essere scelti tra personalità di rilievo a livello culturale e sociale. Questa assunzione dalla società civile potrebbe essere limitata a tre persone, privilegiando competenze su temi quali la coesione sociale, le politiche europee e lo sviluppo territoriale". Per Jens Woelk, "all'interno della riflessione sulla democrazia partecipativa e sulla democrazia diretta, nonché sui principi amministrativi, si deve porre attenzione allo strumento che permette una legislazione autonoma delle Province su questi temi e cioè la legge statutaria introdotta con la riforma del 2001. Oggi esistono infatti due discipline diverse di queste materie nelle due province. Che cosa dovrebbe contenere un articolo sulla legge statutaria che è esercizio della competenza autonoma delle due Province per quanto riguarda la loro forma e organizzazione di governo? Sarebbe opportuno mantenere l'attuale distinzione tra lo Statuto vero e proprio, per i principi, e la successiva competenza legislativa "statutaria" per la disciplina più articolata e dettagliata. Nello Statuto dovrebbero essere disciplinati i profili riguardanti la procedura di approvazione e quelli sostanziali - limiti e contenuti - di tale legge statutaria. Inoltre si potrebbe pensare di unificare e concentrare in essa tutti i tratti salienti della forma di governo provinciale". Matteo Cosulich si è soffermato sulla disciplina statutaria dei referendum regionali e provinciali, proponendo indicazioni finalizzate a disciplinare nello Statuto: oggetto, soggetti legittimati a richiedere il referendum, limiti che attengono le materie, i contenuti, i tempi, oltre all'organo competente a giudicare l'ammissibilità del quesito - ipotizzando un organo permanente, di livello regionale - e quorum funzionale e strutturale. Per quanto riguarda i principi di amministrazione e gli istituti di partecipazione, questi temi - ha ricordato Anna Simonati nel suo intervento - "in questo momento non sono previsti nel nostro Statuto, né in quelli delle altre regioni a Statuto Speciale. Non siamo obbligati a trattarne nel nostro documento, ma ritengo che dovremmo farlo sia con riferimento ai principi di buona amministrazione, sia agli istituti di partecipazione. Sarebbe auspicabile inserire una disposizione contenente un elenco esemplificativo dei principi fondamentali dell'attività amministrativa, oltre ad alcune norme più specifiche sulla sussidiarietà, la trasparenza amministrativa, l'accesso ai dati, le pari opportunità e la valorizzazione delle differenze e un riferimento al principio di partecipazione popolare. Inoltre, sarebbe opportuno riflettere sull'opportunità di codificare nello Statuto il principio di programmazione amministrativa, prevedendo una responsabilità diretta della Regione". Barbara Poggio ha infine affrontato il tema della democrazia diretta e partecipativa suggerendo di introdurre nello Statuto principi e riferimenti a "strumenti e dispositivi che possono alimentare pratiche democratiche partecipative complementari a quelle rappresentative, prevedendo anche la possibilità di inclusione di chi non esprime una propria rappresentanza democratica". Con la riforma dello Statuto, la Regione potrebbe diventare il luogo – con un ufficio, un fondo e un regolamento regionale adeguati - di garanzia e tutela per tutte le componenti sociali oltre che il contesto in cui si individuano modalità per allargare la partecipazione e l'inclusione alla vita politica. Viene inoltre suggerita l'opportunità di tener conto di tre livelli di democrazia - diretta, deliberativa e rappresentativa – con l’obiettivo di favorire l’inclusione della popolazione nelle decisioni politiche. Il tema della partecipazione potrebbe essere introdotto sia nel preambolo sia in un "capo" specifico del nuovo Statuto che ne definisca la cornice. La discussione ha visto gli interventi di Rodolfo Borga, Carlo Borzaga, Maurizio Fugatti, Lucia Maestri, Giuseppe Detomas, Luca Nogler, Paolo Chiariello, Martina Loss, Marcello Poli, Arrigo Dalfovo. In tutti i temi trattati è emerso, quasi come un filo conduttore, il tema della Regione, come sottolineato da Giandomenico Falcon. Di fatto la questione del ruolo della Regione è stata evocata in tutte le sedute della Consulta. Per alcuni proprio la Regione potrebbe essere il contesto in cui attivare un organo di garanzia sui diritti, per altri è stata indicata quale luogo di garanzia per decisioni inclusive, a disposizione dei cittadini, per altri ancora potrebbe essere anche il contesto di valutazione delle politiche pubbliche.