Giovedì, 08 Giugno 2017

A Borgo Valsugana, ieri sera, con gli amministratori locali e i giovani

LA CAPACITA’ DI AUTOGOVERNO DEI TERRITORI DI MONTAGNA PORTERA’ A SPERIMENTARE UN’AUTONOMIA SOLIDALE?

Nella Sala Rossa della Comunità di Valle, a Borgo Valsugana, ieri sera c'è stato l'incontro per promuovere la partecipazione dei cittadini alla riforma dello Statuto. Il sindaco, Fabio Dalledonne, ringraziando la Consulta per l'occasione di riflettere insieme sul terzo Statuto, ha aperto la serata chiedendosi se "la voglia di partecipare delle persone sia solo blaterata o reale". In sala molti amministratori locali, abitanti dei paesi limitrofi e alcuni borghesani. Cesare Castelpietra, sindaco di Carzano e assessore della Comunità Valsugana e Tesino, ha invitato tutti a informarsi per capire "qual è il disegno che si vuole dare al Trentino per i prossimi decenni. È da tempo che si parla di terzo Statuto ma è la prima volta che viene fatto insieme alla comunità". Nel dare avvio ai lavori, Giovanna Siviero ha invitato tutti ad esporre la propria opinione, idee e proposte, e a fare passaparola in modo che altri possano partecipare alla riforma dello Statuto. È possibile partecipare agli incontri, agli appuntamenti sui territori, ai laboratori sull'autonomia e alle iniziative organizzate fino a settembre. C'è un sito internet (www.riformastatuto.tn.it), le piattaforme web ioPartecipo, ioRacconto, i social network. Donata Borgonovo Re ha ricordato che la Consulta – che ha una composizione mista, con 9 consiglieri, rappresentanti del volontariato, mondo accademico, del lavoro, della cooperazione, dei sindacati - è stata istituita con legge provinciale nel 2016, approvata all'unanimità in Consiglio. Il metodo di lavoro che si è data prevede la partecipazione di tutta la comunità alla definizione della riforma dello Statuto. "Il documento preliminare è la nostra cornice di lavoro ma non è una gabbia – ha detto Donata Borgonovo Re -, non esaurisce tutto quanto potrebbe emergere in questa fase di partecipazione in cui i cittadini hanno la possibilità di aggiungere sguardi diversi e dire come vorrebbero fosse in futuro la nostra autonomia speciale". Nell'inquadrare i temi in discussione, ha ricordato che a Bolzano è al lavoro la Convenzione e che i due percorsi paralleli dovranno incanalarsi e rientrare in una dimensione regionale. " Quanto più la partecipazione dei trentini sarà ampia, tanto più la proposta sarà solida e convincente anche nei confronti del Parlamento, dove la riforma dello Statuto dovrà seguire la procedura tipica di approvazione delle leggi costituzionali. È ora, con la fase di partecipazione, che le comunità hanno voce in capitolo. Poi sarà il Consiglio regionale e il Parlamento a decidere. A chiusura di questa fase, avremo un documento che raccoglie una visione di popolo che potrà avere una robustezza altrimenti inesistente". Gli spunti proposti alla discussione hanno riguardato principalmente tre elementi: il preambolo, con i valori e i principi che rappresentano le radici dell'autonomia; i rapporti con le altre Regioni, l'Europa e lo Stato; la dimensione regionale futura e il ruolo dei Comuni in relazione alla Provincia. Sul primo punto, Donata Borgonovo Re ha detto che "la nostra autonomia è stata un laboratorio, un luogo dove si sperimenta e si anticipano idee, azioni e scelte innovative. Siamo un territorio di montagna. La nostra autonomia è legata storicamente alla presenza di minoranze linguistiche – è un dato storico – ed è legata alla geografia del nostro territorio. I territori di montagna hanno avuto come imprinting la possibilità di autogovernarsi. Questo dovrebbe essere un elemento di forza che ci può far diventare un luogo in cui sperimentare una autonomia solidale. In Consulta abbiamo discusso di come sviluppare le relazioni con i nostri vicini, con i territori limitrofi – il bellunese, il vicentino, il bresciano – e come tessere rapporti con quei comuni che appartenevano storicamente al Trentino. Alcuni cenni sono stati introdotti nel documento preliminare. Dobbiamo riflettere insieme sulle caratteristiche che vogliamo abbia questa autonomia in futuro". Nella discussione sono intervenuti Giuseppe Corona: "Nel documento la Regione sembra scomparire. Sentir parlare di Trentino, anche questa sera, e non di Tirolo mi fa impressione. Non si parla di autodeterminazione o, se qualcuno ne parla, c'è stupore. Lo Statuto è un contratto, finché viene rispettato bene. Ma a Bolzano la regione non la vogliono". Per Enrico Demozzi, "il documento è un pò deludente. Il Trentino ha bisogno di una regione. Ciò che ci ha chiuso gli orizzonti non è il fatto di essere un territorio di montagna, ma è stato il Concilio, il principe vescovo ci ha chiusi verso Bolzano. Questa chiusura ci penalizza, se non studiamo il tedesco non andremo da nessuna parte. Culturalmente il Trentino era bilingue ma non abbiamo coltivato la nostra cultura. Ricordiamoci che la Valsugana era un territorio dell'Austria". Edoardo Rosso, assessore di Borgo Valsugana, ha chiesto se la Consulta nei suoi lavori abbia seguito un metodo sinottico, verificando cosa funziona ancora dell'attuale Statuto e cosa sia opportuno cambiare perché obsoleto. Fabio Dalledonne ha richiamato l'importanza del tema finanziario e l'insegnamento della lingua tedesca anche in relazione al contesto regionale. "Sanità e istruzione sono i veri pilastri della nostra autonomia", ha concluso. Elena Rusci ha portato la voce dei giovani, "studenti che viaggiano, fanno esperienza in Europa ma non vedono qui la possibilità di interagire nel processo decisionale. Il Trentino che vorrei è un posto dove i giovani possono affiancare i consiglieri nell'elaborazione delle proposte di legge". Simone Stefani ha ringraziato la Consulta per aver pensato che mettersi in dialogo con i cittadini fosse la strada giusta per una riforma tanto importante. "Immagino un nuovo Statuto che dia reali possibilità di lavoro alle persone e permetta ai giovani di avere un futuro". "Mi piacerebbe – ha detto Ornella Campestrini – pensare a una autonomia snella, vicina alla gente, meno ingessata e autoreferenziale. E che l'autonomia provinciale si coniugasse con l'autonomia dei comuni". Per Renzo Sandri "diamo troppo per scontato l'autonomia. La scuola dovrebbe parlarne, i giovani dovrebbero sapere da dove veniamo". Sul tema scuola, insegnamento del tedesco e della storia locale sono intervenuti anche Cesare Castelpietra, Ezio Bozzola, Dennis Borsato e Franco Gioppi. Aureliano Cerreti ha invitato ad interrogarsi su quale sia il fine dell'autonomia in Trentino. "In Alto Adige è chiaro, ma in Trentino a cosa serve l'autonomia? Forse dovrebbe emergere un'identità trentina, al di là delle malinconie per il passato. Sarebbe interessante capire cosa pensa di fare la comunità con l'autonomia speciale in futuro. Al di là delle argomentazioni deboli su quanto il Trentino sia capace di amministrare bene le proprie risorse finanziarie". In chiusura sono intervenuti Rodolfo Borga e Martina Loss, componenti della Consulta per la riforma dello Statuto. Borga ha ricordato che "autonomia è responsabilità, autogoverno e libertà". Martina Loss ha invitato tutti a fare passaparola perché "serate come questa portano la voce delle comunità dentro la Consulta". Infine, Donata Borgonovo Re ha ricordato che più le modifiche allo Statuto vengono dalla comunità, più avranno peso e autorevolezza.

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