Seminario e laboratorio, due occasioni per dare il proprio contributo sul documento della Consulta
PRIMA GIORNATA DI LABORATORIO E SEMINARIO SULL'AUTONOMIA SPECIALE, CON ROBERTO BIN, FRANCESCO PALERMO E GIANDOMENICO FALCON
L’AUTONOMIA AL CENTRO DI DUE GIORNATE DI LAVORI
Roberto Bin è intervenuto per primo mettendo in luce il fatto che se l’Autonomia ha una fama non troppo gradita a livello nazionale una parte della responsabilità è delle autonomie speciali stesse in quanto non c’è una comunicazione ricca di dati e studi che pure ci sono. Facendo riferimento alla sua recente campagna per la riforma costituzionale, Roberto Bin ha detto che “non si è mai chiuso un incontro senza che qualcuno in sala pronunciasse male parole nei confronti dell’Autonomia. Questo era il clima percepito in un momento importante per l’Italia come il referendum costituzionale. E in quelle sedi l’opinione media delle persone sulle speciali era abolirle”. Francesco Palermo ha approfondito ulteriormente le ragioni per cui la percezione dell’Autonomia all’esterno è così negativa, precisando che “la percezione dell’autonomia va considerata nel contesto delle singole autonomie speciali che sono tutt’altro che indifferenziate. Il compito di far conoscere l’autonomia speciale non può essere demandato allo Stato, spetta alle Province. I dati che ha il Ministero dell’Economia e delle finanze e quelli che provengono dai territori sono diversi. Rispetto al clima negativo, non opportuno alla riforma dello Statuto, se aspettiamo che il clima sia positivo si andrà alle calende greche. L’iniziativa deve venire da noi”. Il senatore Palermo, riflettendo sul percorso avviato a Trento e Bolzano, ne ha riconosciuto il “valore prodromico alla riforma dello Statuto. Ha senso elaborare un documento, ampliare la discussione, invitare le persone a partecipare. Questo percorso anticipa la riforma e ha importanza a livello culturale e politico. C’è però stata confusione, a Bolzano, non so a Trento, tra i due piani: quello preparatorio, importante, e la riforma vera e propria dello Statuto”. Il presidente Falcon, che ha introdotto e moderato l’incontro, ha ricordato come “lo Statuto è una legge costituzionale dello Stato e non può non essere concepito come il primo dei patti tra lo Stato e la comunità”.
Nel pomeriggio, nella Sala Wolf del Palazzo della Provincia, di piazza Dante 15, è iniziato il laboratorio sull’Autonomia che ha visto la partecipazione di una dozzina di persone. Anziché svolgersi secondo il programma, vale a dire suddividendo i tre argomenti in altrettanti gruppi di lavoro, i temi sono stati presentati in plenaria e discussi con i presenti. Fra questi, alcuni sono intervenuti sia sui fondamenti dell’Autonomia speciale che sugli ambiti di competenza, partecipazione alle decisioni dello Stato e dell’Unione Europea, presentati da Giandomenico Falcon e Martina Loss, componenti della Consulta. Il tema delle minoranze linguistiche è stato presentato da Jens Woelk, vicepresidente della Consulta, insieme al consigliere provinciale Giuseppe Detomas. In sala erano presenti anche Barbara Poggio e il consigliere provinciale Mario Tonina, componenti della Consulta, oltre al presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti. Il laboratorio sull’Autonomia prosegue sabato, a partire dalle 9.00, con il confronto aperto sugli altri temi proposti dalla Consulta per la riforma dello Statuto.