Venerdì, 16 Giugno 2017

Cembra Lisignago, 15 giugno, incontro pubblico sul documento preliminare

RIFORMA DELLO STATUTO: IN QUALE DIREZIONE STIAMO ANDANDO?

Incontro a Cembra Lisignago ieri sera per promuovere la partecipazione alla riforma dello Statuto e presentare il documento preliminare elaborato dalla Consulta. “Siamo qui per confrontarci su temi delicati e importanti: le regole per far funzionare le istituzioni” – ha detto il presidente della Comunità della Valle di Cembra dando il benvenuto ai presenti. “Ritengo sia utile e opportuno riflettere, capire insieme le questioni e maturare un punto di vista comune”.  Molti gli amministratori presenti a cui è stato rivolto l’invito a confrontarsi con i propri cittadini, poiché la partecipazione funziona anche per contaminazione. “Perché siamo qui questa sera? – ha esordito Fabio Pizzi, componente della Consulta come referente delle associazioni del sociale - Siamo qui per parlare di autonomia. Spesso ci vantiamo di essere una provincia autonoma, ma in questo momento l’autonomia pare non essere al centro dei pensieri dei trentini. Lo dice anche un sondaggio fatto dal Consiglio Provinciale qualche mese fa, dal quale emerge che i trentini danno quasi per scontata l’autonomia. È ancora più importante parlarne, quindi, e capire insieme in quale direzione stiamo andando”. Fabio Pizzi ha spiegato perché si sta discutendo della riforma dello Statuto e qual è il senso di una riflessione comune. “Ci viene spesso chiesto per quale motivo stiamo mettendo mano allo Statuto in questo momento. Un anno e mezzo fa, la legge 1 del 2016 è nata in un clima politico diverso. Sembrava un’occasione eccezionale lavorare alla riforma dello Statuto, anche perché ci aspettava un referendum. Molti, dopo i risultati del referendum, pensavano fosse opportuno chiudere. La Consulta ha deciso di andare avanti, convinta che una riforma dello Statuto avesse valore. Ora siamo nei 180 giorni che riguardano la partecipazione. Al termine di questa fase, a settembre, torneremo a lavorare al documento da presentare al Consiglio. Sarà il Consiglio provinciale a decidere se proseguire, arrivare a un documento unico e confrontarsi con lo Stato”. Damiano Zanotelli, sindaco di Cembra Lisignago, ha messo in evidenza la complessità del tema trattato. “Siamo abituati a lavorare sul brevissimo tempo. Questo invece è un argomento che ci impone di fare un pensiero per il futuro. Una delle questioni è capire quale sarà il ruolo della Regione. Questo contenitore che si è svuotato di competenze dal primo al secondo Statuto. E adesso, con la proposta che viene da Bolzano, potrebbe essere ulteriormente svuotato o eliminato. Penso che si dovrebbe ampliare lo sguardo all’Euroregione e farne un discorso europeista. La Regione deve essere un contenitore che fa da legame tra gli stati. Il significato della Regione lo si deve trovare anche nella vicinanza con il Tirolo, siamo vicini al Brennero, in una zona di confine”. Per Umberto Dalmonego occorre “capire se il problema delle autonomie è un problema che riguarda solo la nostra regione o può avere un orizzonte europeo. Abbiamo uno Statuto di autonomia che ha creato una serie di incongruenze che si stanno riversando sull’autonomia. Alcune istanze sono state cancellate attraverso norme europee, inoltre c’è stata un’ingerenza dello Stato nei confronti dell’autonomia. Credo che queste cose debbano essere messe al centro del dibattito per trovare soluzione più attuali”. Per Beppino Ferretti “sull’ancoraggio alla Regione da parte del Trentino non ci sono dubbi. Le questioni che vorrei porre sono due. La prima, sul ruolo degli enti locali nel futuro Statuto. Penso che se la Provincia chiede autonomia allo Stato deve anche saperla dare agli enti locali. La seconda, come si pone la Consulta rispetto al prossimo referendum del Veneto e della Lombardia? Va guardato con gelosia, come un ostacolo oppure è un elemento che potrebbe rafforzare, in futuro, anche la nostra autonomia? Potrebbe essere una sfida per costruire con altre Regioni un ruolo diverso nei rapporti con lo Stato?”. Marco Casagranda ha osservato che “l’autonomia non è un privilegio ma un diritto. La competenza che ci manca è veder riconosciuta sui territori una quota dell’irpef. Penso che di quel 72% ai comuni dovrebbe essere data la possibilità di trattenere una percentuale. In questo modo il cittadino potrebbe godere delle tasse che versa e dire: questo servizio l’abbiamo mantenuto, questa politica abbiamo contribuito a rafforzarla. Questo vale in particolare per le zone di montagna, per contrastarne lo spopolamento. Parliamo allora di autonomia fiscale nello Statuto”. In chiusura Martina Loss, componente della Consulta, ha ricordato che “in questo momento la riflessione sull’autonomia sta ai cittadini. Tutti possono esprimere la propria opinione, fare domande, confrontarsi con la Consulta”. Giovanna Siviero, che ha moderato l’incontro, ha ricordato i prossimi appuntamenti sui territori: il 22 giugno a Cles, il 4 luglio a Tione, il 10 luglio a Rovereto, il 12 luglio negli Altipiani Cimbri e la possibilità di continuare la discussione anche sul sito www.riformastatuto.tn.it con idee, proposte, punti di vista sugli 8 ambiti tematici proposti dalla Consulta per la riforma dello Statuto.

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